1° Osservatorio sul mercato dell’EIM

26/11/2010 – Per prendere visione completa dell'Osservatorio rivolgersi alla segreteria associativa
Il comparto dell’Enterprise Information Management (EIM) comprende non solo il semplice passaggio dei documenti dal cartaceo all’elettronico, ma tutte le soluzioni e i servizi che permettono di trattare, gestire e condividere in modo nuovo e fra persone e sistemi i documenti aziendali, e soprattutto, i dati e le informazioni in essi contenuti. Questo comparto è in netta crescita e promette di esprimere oltre il 15 % del mercato del software e dei servizi entro il 2015
 
Questa la più significativa evidenza del primo studio condotto dall’Osservatorio EIM, organizzato da Assinform in collaborazione con Sirmi e con il supporto di aziende leader nel settore (Cbt, Infocert, Olivetti e Siav),  per monitorare l’andamento del comparto.
Lo studio si è avvalso di un’indagine sul campo (condotta a metà 2010) su 70 aziende fornitrici di soluzioni EIM e 270 aziende e organizzazioni utilizzatrici dei principali settori e di ogni dimensione.
 
Fra i principali punti emersi:
  • la diffusione crescente dell’EIM interessa la gran parte delle aziende intervistate: il 74% di esse ha già adottato o prevede di adottare soluzioni EIM, estese o parziali entro il 2011;
  • il mercato EIM è sempre più importante. In Italia, promette infatti di passare dagli attuali 1,2 miliardi di euro a quasi 2 già entro il 2015, con tassi di crescita annua medi vicini al 10% e di esprimere il 15% dell’intero mercato del software e servizi;
  • il fenomeno non interessa esclusivamente i grandi utilizzatori. Per quanto l’orientamento a investire (o continuare ad investire) in soluzioni EIM sia  ancora tipico  delle  aziende e delle organizzazioni di  maggiori dimensioni, emerge un  vivo e crescente interesse presso il 47% delle PMI (10-49 addetti);
  • permane una diversa sensibilità settoriale. Tutte le banche e gli enti della PA interpellati hanno dichiarato di avere investito o di prevedere di investire in EIM, mentre la percentuale, pur restando su soglie ragguardevoli,  scende al 64% nell’Industria, al 70% nella distribuzione, al 71% nella Sanità